Il mio collega Marcello non fa che dirmelo: “Se non avessero inventato la posta elettronica, non avresti mai trovato lavoro…”. La mia collega Manu (quella che è venuta a sentirmi cantare con i MITICI FAREJ un paio di volte), letta l’ennesima mia spettacolare e ultra dettagliata mail, farcita di battute, freddure, doppi sensi, orpelli, giochi di parole, trucide gags, mi ha battezzato: “Tu dovresti scrivere un libro” ed io le ho risposto: “E di che cosa parlo?” Lei: “Di niente, non serve un argomento, tu fallo e basta.” Ed io “Ma allora non è un libro”.
Già, fino ad allora non ci avevo pensato: scrivere non è per forza un libro, un diario, una poesia. Non è ciò che scrivi. Non è la destinazione, è il viaggio. Sapete, fino a poco tempo fa non sapevo che a qualcuno potesse interessare ciò che scrivo e, soprattutto, di come lo scrivo, poi ho scoperto che interessava a qualcuno a me molto vicino.
E così, quella che credevo fosse un'irrimediabile distorsione del mio modo di comunicare, scopro essere un talento per una professione a(hi)me sconosciuta fino a poco tempo fa. E’ stata come un'esplosione di gioia profonda che ha sciolto in me più di un nodo nella pancia, fino al punto di avere la baldanza di buttarmi qui con voi in questa avventura. L’inizio di una nuova strada. Senza dubbio alcuno, meno letargica di quella sulla quale mi trovo ora. Purtroppo, infatti, dopo la sudata laurea in giurisprudenza, ho capito quello che non sono (lavoro nelle assicurazioni), ma non quello che non sapevo di essere: un Copywriter, per ora però, con la c minuscola.
Datemi una parola e solleverò il mondo, datemene due e comincerò a farci i palleggi.
Insomma, quando non sei proprio il tipo che perde il tempo a leggersi l’oroscopo, allora ti può capitare di sentirti uno “zingaro” della parola, di trovare altri come te (ma va…mica voi!), e di scoprire che, alle volte, il viaggio è più importante della destinazione.
SCRITTURA.ORG è la stazione di partenza ed il viaggio comincia nel momento in cui ho preso coscienza che scrivere mi piace: che sia una stupida e-mail, una cartolina, una relazione, una ricetta, il testo di una canzone, un messaggio d’amore, un cartello stradale, un biglietto di auguri, un post-it?! (respiro), io ci metto un non so che di me che agli altri non importerebbe ed in cambio ne ricevo un piacere che ad altri non interesserebbe. Sono un affarista nato…
L’unica condizione che mi pone questa situazione di piacere è che ciò che scrivo sia rivolto a qualcuno. Senza questa tensione al Chi perdo quella motivazione intrinseca per la quale provo qualcosa scrivendo: Voi.
E allora si parte. Coraggio. Basta essere se stessi. “Come? Chi ha parlato?”. Sono io. Sono libero. Scrivo, dunque sono. Poco originale, ma rende l’idea di trovarsi immersi nel magico mondo della parola, che, solo se ne vale la pena, diventa Scrittura.
E Poi? Ah già, ho 36 anni, vivo a Monza, sto per diventare padre, amo la vita, non ho più spazio! Se volete saperne di più…scrivetemi!!
16 settembre 2007
Profilo dei corsisti: Angelo Liaci
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