La mia carriera professionale comincia per caso dopo la laurea in Filosofia.
Ero lo stereotipo vivente della studentessa marchigiana a Bologna. Mi mancavano i rasta e il cane rabbioso, per il resto vivevo in un appartamento affollato e affittato per una cifra esorbitante da un aguzzino milanese.
In piena crisi esistenziale post Università, un amico grafico di Reggio Emilia mi fa “Ti piace scrivere? Perché non provi con la pubblicità? Nella mia agenzia cerchiamo un copywriter”. “Un copi che?”.
Vado, mi piace, continuo.
Dopo qualche mese cambio agenzia ma rimango a Reggio Emilia.
Il copy senior è un pazzo che prende a calci le macchinette che distribuiscono giochi per bambini, lavora per diverse agenzie, studi di produzione video, e collabora con una famosa casa editrice.
Il primo giorno gli faccio la lista di tutti i libri che ho letto di comunicazione, pubblicità, copywriting. Lui annuisce, ma non aggiunge nulla.
Il giorno dopo mi porta una decina di raccolte di poesie, tutti scrittori italiani.
Mi dice che se voglio diventare un bravo copy devo leggere quelli e capire che hanno un ritmo, una musicalità che di sicuro non ho imparato all’Università studiando Heidegger. Incasso e comincio a leggere.
Ogni cosa che scrivo passa attraverso di lui e ogni volta mi riporta il mio A4 che sembra un quadro di Mirò. Segni ovunque, accenti sbagliati, headline che non funzionano, frasi troppo lunghe o troppo giornalistiche.
Mi dice spesso che tutto quello che scrivo deve essere perfetto nella forma e inattaccabile nei contenuti. Perché, dice, le parole sono come le pietre, hanno un peso specifico, sono corpi soggetti a leggi fisiche.
Lavoriamo insieme per un anno e mezzo, poi succede che dio si fa carne, scende in terra e mi guarda fisso negli occhi. Mi innamoro di un conterraneo e stare a Reggio Emilia diventa doloroso.
Così da copy di pianura divento copy di mare. Passando per la Via Emilia e tirando dritto fino a Rimini ho imboccato la Statale Adriatica e sono arrivata fino a Fano.
L’agenzia per la quale lavoro è nata da poco e i clienti sono elettricisti, imprenditori edili, negozianti che vendono biancheria intima o per la casa.
Gran parte del mio tempo la passo a spiegare ai clienti che il copywriting non è un corso specialistico sui diritti d’autore.
15 aprile 2008
Profilo dei corsisti: Cristina Ferroni
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